Il Crasanzin è una pagnotta di circa 20 cm di forma arrotondata con spessore di 2-3 cm la cui superficie risulta ruvida ed irregolare. La crosta è dura, di colore marrone con sfumature dorate mentre la mollica deve risultare morbida e ben cotta. Questo pane tipico lo troviamo tutto l’anno nelle Valli dell’Ossola, in particolare in particolare la Valle Antrona e la Valle Vigezzo, nella provincia del Verbano Cusio Ossola.
E’ un prodotto da forno a base di farina integrale di segale a cui viene aggiunta la frutta secca ( noci e/o nocciole e/o mandorle e/o uva americana appassita e/o fichi secchi e/o mele), il tutto poi viene ben miscelato fino a formare un impasto da cui si ottengono pani che vengono ornati, sulla superficie, con gherigli di noci e zucchero.
Ad oggi il crasanzin è un ottimo sostituto del pane per accompagnare spuntini o antipasti a base di affettati.
La Storia del Crasanzin
Le origini del Crasanzin sono remote e risalgano a quando alla pasta del pane rimasta si univano ingredienti della credenza, quali la frutta secca.
La sua tecnica di produzione si tramanda da panettiere a panettiere come dolce tipicamente natalizio infatti in alcuni paesi ossolani in occasione del Natale, al pane veniva data la forma di un pupazzetto, con evidente riferimento a Gesù Bambino.
Secondo Di Corato, il credenzin è una specialità tipica di Trontano, ancora oggi preparata in occasione sia della festa patronale che di altri eventi festivi recenti, quali la Festa degli alpini o la Sagra del fungo.
Si tratta, come si evince dalla ricetta, di una variante del pane rituale dolce, unto di burro cotto e rivestito di noci, mele ed uva passa mericanin, ovvero uva fragola locale.
A Trontano, in occasione delle feste natalizie veniva foggiato a forma di Gesù bambino. Su tutto il territorio ossolano, sono diffuse diverse varianti di questo dolce. Ad esempio, in valle Antrona ed Antigorio si trova la crescenza: l’ultimo pane cotto nel giorno di panificazione veniva dolcificato con frutti secchi, pere cotte ed anche pezzetti di rafano.
Una volta cotta, la forma di spolverava di zucchero, in modestissima quantità. In valle Vigezzo è invece attestata la presenza del pane crescenz: come testimonia Di Corato gli avanzi della pasta della panificazione ricavati dalla pulitura della madia si modellavano a forma di torte o pupazzetti, pupin, e venivano dati ai bambini. Ultima variante quella del crescianzin, tipica della valle Antrona.
Si preparava in occasione del Natale e costituiva l’ultima infornata. All’impasto di farina di segale veniva aggiunta frutta secca, e, dopo aver formato i pani, si orna la superficie con spirali di noci tagliate a metà ed una spolverata di zucchero.
In frazione Prato di Viganella è stata ritrovata la ricetta di questo pane alla base del prodotto oggi commercializzato dal panificio Conti.
La Ricetta
Ingredienti:
- FARINA DI FRUMENTO – 125 g
- FARINA DI SEGALE INTEGRALE – 375 g
- FICHI SECCHI, MANDORLE, NOCCIOLE (FACOLTATIVI) – q.b.
- GHERIGLI DI NOCE – 100 g
- LIEVITO DI BIRRA (FACOLTATIVO) – q.b.
- LIEVITO NATURALE SECCO – 10 g
- UVETTA – 200 g
- ZUCCHERO SEMOLATO – 100 g
Procedimento per 6-8 persone
Versate il lievito in un bicchiere d’acqua tiepida leggermente zuccherata e lasciatelo sciogliere per una ventina di minuti. Mescolate le due farine e lavoratele con il lievito preparato, eventualmente una quantità minima di lievito di birra e l’acqua necessaria per ottenere l’impasto. Fate lievitare il panetto di pasta per tutta la notte.
Al mattino aggiungete lo zucchero, l’uvetta ammollata in acqua tiepida e strizzata, i gherigli di noce spezzettati e, se sono di vostro gusto, fichi secchi tagliati a piccoli pezzi, mandorle e nocciole tritate. Lavorate il composto a lungo e conferitegli una forma arrotondata di circa 20 centimetri di diametro con uno spessore di due o tre.
Lasciate riposare ancora un paio d’ore e poi cuocete in forno alla temperatura di 160-180°C per 20-30 minuti. A fine cottura la crosta si presenterà dura, irregolare, di colore marrone con sfumature dorate, mentre la pasta dovrà essere morbida e ben cotta.
Tipico pane dolce vigezzino, preparato in occasione delle feste natalizie e spesso modellato a forma di bambino, per simboleggiare la nascita di Gesù, può essere considerato un antenato del panettone.
Tempo di preparazione e cottura: un’ora e mezza, più le lievitazioni.
Approfondimenti
Mi chiamo Massimo Falsaci sono un Business Mentor e vivo a Verbania sul Lago Maggiore. Progetto tutti i giorni cose nuove ma non sono un architetto, creo opere d’arte, eventi e vernissage ma non sono solo un ARTISTA, formo durante i miei corsi persone che vogliono intraprendere attività nuove ma non sono solo un DOCENTE.